Mihajlovic: con l’Inter in campo per vincere

Non è una partita come le altre quella con l’Inter per Sinisa Mihajlovic. C’è una parte importante del suo passato e di fronte si troverà la prima della classe. Ma non per questo sarà un Bologna diverso: “Sarebbe facile mettersi tutti dietro, parcheggiare il pullman davanti alla porta e sperare di non subire gol. Abbiamo una mentalità diversa e cercheremo di fare la nostra partita al di là dell’avversario. Non cambieremo il nostro modo di giocare, sappiamo che giocheremo contro l’Inter che è una squadra forte ma che possiamo mettere in difficoltà. Negli ultimi tre anni li abbiamo battuti due volte a San Siro e l’anno scorso abbiamo perso in casa per un rigore all’ultimo minuto. L’importante è avere l’atteggiamento mentale giusto perché se non ti motivi contro queste squadre è meglio cambiare mestiere”. Un’Inter che non gioca da tre settimane ma per il tecnico: “l’Inter rimane una grande squadra e cercheranno di continuare a vincere per raggiungere in fretta il loro obiettivo. Però non sono uno di quelli che dicono che contro l’Inter non si ha nulla perdere. Io ho da perdere perché ci sono tre punti in palio. Io non ho mai giocato una partita pensando di aver già perso, sia da giocatore che da allenatore. In più si può perdere anche la faccia, un esempio è la Roma contro la quale abbiamo preso cinque gol. Si può perdere, ma c’è modo e modo di farlo. Tutte e due le squadre hanno da guadagnare e da perdere. Mancano 10 partite, dobbiamo ancora salvarci, ma siamo sulla buona strada. Una volta che saremo salvi, penseremo a come migliorarci”.

Non sempre l’atteggiamento mentale non è stato dei migliori: “Ma io ci ho lavorato tantissimo – spiega – ma si vede che non è servito a nulla e mi fa molto arrabbiare. Soprattutto contro Crotone e Sampdoria e oggi voglio parlare con loro per capire come mai. A Crotone la società voleva mandarli un giorno prima in ritiro, ma io ho detto no perché c’erano tutti i presupposti per non sbagliare atteggiamento e invece l’abbiamo sbagliato. Per fortuna giocavamo contro il Crotone che ha 15 punti e siamo riusciti a recuperarla, altrimenti sarebbe stato difficile recuperare. Non possiamo permetterci di sbagliare l’atteggiamento, è la cosa fondamentale, senza quello non si vince. Nelle prossime 10 partite mi aspetto che non venga sbagliato, altrimenti sono guai”. E contro l’Inter come ci si difende, cosa toglierebbe? “Non ci vuole un ingegnere nucleare per capire cosa togliergli. Per prima cosa gli toglierei Lukaku e Lautaro. Tutta la squadra deve fare una grande partita in fase difensiva, non va sbagliata una virgola, bisogna fare la partita perfetta e sperare che loro non siano nella giornata giusta perché altrimenti non c’è partita. Cercheremo di dare il massimo e giocare sui loro difetti. Sono curioso di vedere il duello tra Soumaoro e Lukaku perché a Soumaoro non gli ho mai visto perdere un contrasto né in allenamento né in partita”. Un Bologna, purtroppo con qualche defezione: “A parte Skorupski, non ci sono altri positivi. Ieri chi è rientrato ha svolto differenziato e oggi avrò modo di lavorare con il gruppo al completo. Siamo in difficoltà sui terzini, ma undici giocatori riesco a raccattarli. Abbiamo Dijks e Tomiyasu in diffida, Mbaye è tornato dalla nazionale con un problemino ed è da valutare, Hickey si deve operare alla spalla e De Silvestri oggi prova a fare l’allenamento. Su cinque, tre sono fuori e gli altri diffidati”. Per rossoblù un’arma in più, Skov Olsen che ha fatto così bene con la nazionale danese: “Si è svegliato, vediamo se rimane sveglio anche domani e speriamo che non si riaddormenti. Lui è libero di fare tutto quello che gli dico io, se fa gol e difende è perfetto come tutti gli altri. Se non fa quello che dico io, non gioca. Vediamo domani se giocherà, perché anche Orsolini si è allenato bene e per me sono due titolari. In ogni caso chi non inizia, subentra”. Infine una stoccata al suo amico Mancini: “Se Mancini fosse attento alle vicende del Bologna, non se lo portava con se per non farlo mai giocare soprattutto contro squadre inferiori. Soriano ha dimostrato di essere il miglior centrocampista italiano per rendimento, gol e assist. Vedo fare minuti a giocatori che non scendono in campo con le loro squadre di club e Soriano sarebbe stato giusto farlo entrare perché se lo meritava. Era meglio se fosse stato qua. Penso che a ogni giocatore vada data l’opportunità di giocare perché se lo merita. Soriano ha 30 anni, non è un ragazzino. Almeno una volta in panchina sarebbe stato il minimo. Io al posto di Soriano me ne sarei andato via, mi rode a me per lui”.

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